Il tesoro di Elva, ed è nella sua Parroccchiale, dedicata a Maria Vergine Assunta. Risale al XIII secolo, fu rimaneggiata nel Quattrocento e poi ancora nel Settecento. Una caratteristica: è costruita su uno strapiombo per cui l’ingresso (un bel portale del XV secolo) è su un muro laterale. Il tesoro? Il capolavoro di un pittore fiammingo, Hans Clemer conosciuto come “il maestro di Elva” . Siamo sul finire del Quattrocento: Clemer lavorava nel ricco marchesato di Saluzzo, fu invitato dalla popolazione elvese per affrescare la loro chiesa. Il maestro si innamorò del posto. E da quelle montagne così difficili e così lontane da tutti e tutto trasse l’ispirazione per una grande Crocifissione, con una drammaticità unica: Gesù morente, i due ladroni accanto, la Maddalena che soffoca il dolore abbracciando la base della croce, la Madonna sorretta da San Giovanni Evangelista. E attorno i soldati, le spade, le lance, gli scudi. Soffermatevi anche sulle pareti laterali: Clemer ci racconta la vita della Madonna, dal concepimento alla morte, riquadri su più fasce, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto… Seguite gli affreschi con attenzione: gli sguardi, i vestiti, i particolari, testimoniano, come per la Crocifissione, una cura minuziosa nei dettagli da parte dell’artista. Accanto alla Parrocchiale e al bel campanile c’è il Cimitero. Le foto su alcune lapidi raccontano di donne e uomini vissuti tanto tempo fa, i volti fieri, i capelli delle donne raccolte sulla nuca, sotto un velo leggero.
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